Editoria accademica

L'editoria accademica riguarda il settore delle case editrici strettamente legate al mercato universitario e quindi alla pubblicazione di testi di interesse accademico. Si distinguono due tipologie di case editrici accademiche: le imprese commerciali che hanno come scopo primario il profitto, attraverso la pubblicazione dei lavori scientifici, e le case editrici universitarie propriamente dette (university press), enti non profit, che nascono all'interno di un ateneo, con il solo obiettivo di promuovere e diffondere la conoscenza e quindi i risultati delle ricerche scientifiche dell'istituzione di cui fanno parte e da cui ricevono i finanziamenti.[1]

La maggior parte dei lavori vengono pubblicati su riviste scientifiche, libri o sotto forma di tesi, e sono soggetti al meccanismo della revisione paritaria (o peer-review), al fine di garantirne un risultato o livello scientifico adeguato. La qualità e la selettività della revisione variano molto a seconda della rivista, dell'editore e del campo di riferimento dando vita al cosiddetto impact factor come indice di valutazione. La produzione accademica diffusa attraverso canali non ufficiali è chiamata letteratura grigia.

  1. ^ Mauro Guerrini e Roberto Ventura, Problemi dell’editoria universitaria oggi. Il ruolo delle university press e il movimento a favore dell’open access, in Gian Paolo Brizzi e Maria Gioia Tavoni (a cura di), Dalla pecia all’e-book. Libri per l’università: stampa, editoria, circolazione e lettura. Atti del convegno internazionale di studi, Bologna, CLUEB, 2009, ISBN 978-88-491-3252-6.

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